|
|
Sottochiesa (m. 758) - Vedeseta (m. 805) - Culmine San Pietro (m. 1260) - Piani di Artavaggio
Rifugio Cazzaniga (m. 1889) - Rifugio Gherardi (m. 1600) - Capo Foppa (m. 1280) – Fraggio (m. 992) - Sottochiesa (m. 758).
|
|
IGM 1:50.000 n° 076 Lecco – Kompass 1:50.000 n°105 Lecco / Valle Brembana
|
|
Km 38 ca.
|
|
1200 m.
|
|
4,00 h
|
|
MC + / OC
|
|
Giugno – Ottobre
|
|
Asfalto – Sterrato – Sentiero - Mulattiera
|
|
100 % ( alcuni brevi tratti a spinta)
|
|
A inizio e fine stagione sincerarsi sulla presenza di neve.
|
Arrivati nell’ abitato di Sottochiesa (m.758) nei pressi di una pensilina di sosta bus troverete un ampio piazzale dove parcheggiare l’auto, è possibile fare anche provviste per il vostro giro. Da qui per circa 10 km e 1,00 h si sale su strada asfaltata sino alla Culmine di San Pietro (m. 1260), transitando per Olda (m. 766), Vedeseta (m. 820) e Avolasio (m. 1050).
La strada (asfaltata) in genere non è molto frequentata e permette di salire tranquilli con vista sul Resegone (m. 1875) non insolito incontrare caprioli ed altri animali (camosci scoiattoli etc.) che vista la silenziosità del vostro incedere non si saranno accorti del vostro arrivo o semplicemente hanno capito di non avere nulla da temere da un’affaticato biker. Giunti alla Culmine di San Pietro (m. 1260), il passo che mette in comunicazione la Val Taleggio con la Valsassina ridiscendere per circa un km. verso la Valsassina fino che alla vostra destra vedrete una strada sterrata con sbarra, da qui inizia la salita. La strada parte con pendenze sempre pedalabili nel fitto del bosco e con qualche tornante prende quota sino al diradare del bosco dal quale in lontananza (molto in lontananza) si vede la piramide del Rif. Nicola.); durante il tragitto potrete trovare un paio di fontane o sorgenti sempre attive anche nei mesi estivi dove fare riserva d’acqua.
Arrivati ai Piani di Artavaggio la salita si fa meno impegnativa e per un po’ potrete rilassarvi in attesa dell’ultimo strappo che sale al Rifugio Cazzaniga (m. 1889) e dove vi troverete a lottare con la forza di gravità e con il fondo ghiaioso che nei tratti più ripidi non vi consente una facile presa. L’itinerario se percorso a inizio giugno (vivamente consigliato) vi riserverà coloratissime fioriture di genziane e di molte altre specie di fiori, non insolito l’incontro con le marmotte. Oltrepassato il Rifugio Nicola con le ultime forze in pochi minuti si raggiunge il Rifugio Cazzaniga (m. 1889) dove potrete assaggiare le prelibatezze gastronomiche offerte dai gestori sempre molto cordiali con i biker. La cosa più difficile soprattutto se vi siete abbandonati alla buona tavola è quella di risalire in sella , ma non fate l’errore di rilassarvi perché da qui in avanti viene la parte più tecnica e divertente dell’itinerario.
Usciti dal rifugio prendete la direzione verso il Monte Sodadura (m. 2010), il sentiero corre sul versante nord. Dopo alcuni tratti di brevi salite seguiti da divertenti discese vi troverete al Passo di Sodatura (m. 1867), oltrepassato un abbeveratoio, con tratti di sentiero abbastanza esposti arriverete nei pressi del Rifugio Regina (privato) un piccolo chalet in legno. Da questo punto il sentiero punta con decisione verso il basso con passaggi che definirei trialistici fino ad attraversare alcuni ghiaioni che vi porteranno nei pressi dell’ex Rifugio Cesare Battisti e con breve tratto in piano al Rifugio Gherardi (altro punto di sosta molto interessante nell’eventualità che giungiate al Rifugio Cazzaniga in largo anticipo sul mezzogiorno).
Da qui parte il sentiero che scende verso Capo Foppa segnavia bianchi e rossi , non fatevi assolutamente ingannare dalle tracce di una gippabile che non risulterebbe di nessun interesse per i biker. Gustatevi il tratto in discesa fino a giungere a Capo Foppa da qui una lunghissima diagonale prima parte su asfalto poi un breve tratto di sterrato e di nuovo asfalto fino a un tornante sinistro, fate attenzione alla deviazione nei pressi del tornante sinistro che parte verso destra con indicazione Fraggio (m. 992).
In pochi minuti giungerete al minuscolo nucleo di Fraggio da cui si stacca una mulattiera che scende, incrociando la Chiesa della Madonna di Salzana (m. 863) (fontana) e da qui tenendo la destra ad un bivio giungerete su strada asfaltata, una volta raggiunta la strada risalite per 50 metri e sul lato opposto riprende la mulattiera che vi porterà a Sottochiesa infilate la seconda scaletta a dx e vi ritroverete nei pressi del parcheggio da dove siete partiti.
La strada (asfaltata) in genere non è molto frequentata e permette di salire tranquilli con vista sul Resegone (m. 1875) non insolito incontrare caprioli ed altri animali (camosci scoiattoli etc.) che vista la silenziosità del vostro incedere non si saranno accorti del vostro arrivo o semplicemente hanno capito di non avere nulla da temere da un’affaticato biker. Giunti alla Culmine di San Pietro (m. 1260), il passo che mette in comunicazione la Val Taleggio con la Valsassina ridiscendere per circa un km. verso la Valsassina fino che alla vostra destra vedrete una strada sterrata con sbarra, da qui inizia la salita. La strada parte con pendenze sempre pedalabili nel fitto del bosco e con qualche tornante prende quota sino al diradare del bosco dal quale in lontananza (molto in lontananza) si vede la piramide del Rif. Nicola.); durante il tragitto potrete trovare un paio di fontane o sorgenti sempre attive anche nei mesi estivi dove fare riserva d’acqua.
Arrivati ai Piani di Artavaggio la salita si fa meno impegnativa e per un po’ potrete rilassarvi in attesa dell’ultimo strappo che sale al Rifugio Cazzaniga (m. 1889) e dove vi troverete a lottare con la forza di gravità e con il fondo ghiaioso che nei tratti più ripidi non vi consente una facile presa. L’itinerario se percorso a inizio giugno (vivamente consigliato) vi riserverà coloratissime fioriture di genziane e di molte altre specie di fiori, non insolito l’incontro con le marmotte. Oltrepassato il Rifugio Nicola con le ultime forze in pochi minuti si raggiunge il Rifugio Cazzaniga (m. 1889) dove potrete assaggiare le prelibatezze gastronomiche offerte dai gestori sempre molto cordiali con i biker. La cosa più difficile soprattutto se vi siete abbandonati alla buona tavola è quella di risalire in sella , ma non fate l’errore di rilassarvi perché da qui in avanti viene la parte più tecnica e divertente dell’itinerario.
Usciti dal rifugio prendete la direzione verso il Monte Sodadura (m. 2010), il sentiero corre sul versante nord. Dopo alcuni tratti di brevi salite seguiti da divertenti discese vi troverete al Passo di Sodatura (m. 1867), oltrepassato un abbeveratoio, con tratti di sentiero abbastanza esposti arriverete nei pressi del Rifugio Regina (privato) un piccolo chalet in legno. Da questo punto il sentiero punta con decisione verso il basso con passaggi che definirei trialistici fino ad attraversare alcuni ghiaioni che vi porteranno nei pressi dell’ex Rifugio Cesare Battisti e con breve tratto in piano al Rifugio Gherardi (altro punto di sosta molto interessante nell’eventualità che giungiate al Rifugio Cazzaniga in largo anticipo sul mezzogiorno).
Da qui parte il sentiero che scende verso Capo Foppa segnavia bianchi e rossi , non fatevi assolutamente ingannare dalle tracce di una gippabile che non risulterebbe di nessun interesse per i biker. Gustatevi il tratto in discesa fino a giungere a Capo Foppa da qui una lunghissima diagonale prima parte su asfalto poi un breve tratto di sterrato e di nuovo asfalto fino a un tornante sinistro, fate attenzione alla deviazione nei pressi del tornante sinistro che parte verso destra con indicazione Fraggio (m. 992).
In pochi minuti giungerete al minuscolo nucleo di Fraggio da cui si stacca una mulattiera che scende, incrociando la Chiesa della Madonna di Salzana (m. 863) (fontana) e da qui tenendo la destra ad un bivio giungerete su strada asfaltata, una volta raggiunta la strada risalite per 50 metri e sul lato opposto riprende la mulattiera che vi porterà a Sottochiesa infilate la seconda scaletta a dx e vi ritroverete nei pressi del parcheggio da dove siete partiti.
Copyright © 2006 - www.mtbinvalbrembana.it - by Claudio Locatelli