16)San Pellegrino m. 360 – Cornalita m. 562 – Sussia Alta m. 1159

Percorso:
San Pellegrino (m. 360) - Cornalita (m. 562) - Alino (m. xxx) – Vettarola – Sussia Bassa - Sussia Alta (m. 1159).
Cartografia:
Kompass 1:50.000 n°105 Lecco – Valle Brembana
Lunghezza:
Km 33 ca.
Dislivello:
1100 m. ca.
Durata:
6,00 h
Difficoltà:
MC / OC
Periodo:
Aprile – Novembre
Terreno:
Asfalto - Sentiero - Mulattiera
Ciclabilità:
96 %
Note:
...............

Punto di partenza dell'itinerario è San Pellegrino Terme (m. 360) nei pressi della prima stazione dell'ex ferrovia, ampio piazzale per parcheggiare, che si raggiunge prendendo a dx. al primo semaforo entrando in paese. Dal parcheggio passa la pista ciclabile che dovete percorrere per raggiungere San Giovanni Bianco (m. 401). La pista ciclabile è caratterizzata da alcune gallerie (illuminate) con attraversamento della strada che sale a Dossena (m. 989) nel secondo tratto si attraversa il fiume Brembo sul nuovo ponte della ciclabile e in breve si giunge al piazzale del mercato che viene attraversato in direzione nord. Al termine del piazzale seguire l’indicazione Cornalita qui inizia la salita asfaltata che con qualche tornante ci porta nell’abitato (m. 560) dove sicuramente merita una sosta la Chiesa con ampio sagrato. Abbandonata la Chiesa prendiamo verso dx incuneandoci tra le case lungo vecchie mulattiere che in breve ci riportano su asfalto che prendiamo verso dx per poche decine di metri.




A sin. con cartello di divieto di accesso ai mezzi a motore inizia un bellissimo sentiero che ogni tanto riserva qualche tratto non facilmente pedalabile. In questo tratto ci sono sicuramente di aiuto per non sbagliare sentiero ad alcuni bivi dei bolli rossi. Al primo bivio evidente tenete la dx in salita alcune frecce rosse su degli alberi, nell’ordine incontriamo prima un ancoraggio per una teleferica e poi una bella e romantica edicola con crocefisso. Queste indicazione sono date al fine di avere la certezza di essere sul sentiero giusto senza troppi assilli quando abbiamo già quello di pedalare. In breve ci troviamo al guado della Val Grande, niente di impegnativo ma sempre divertente per i biker.

A questo punto grande attenzione perché è venuto il momento di abbandonare i bolli rossi che proseguono verso dx segnando il sentiero che sale sul Monte Ronco e prendere invece verso sin. decisamente in discesa. Dopo una breve discesa il sentiero si allarga attraversando un bosco tagliato di recente e giungendo in breve alla Sorgente dell’Acqua della Fame, ottimo punto di approvvigionamento idrico. Un poco di attenzione sullo sterrato che andiamo a percorrere perché in alcuni punti si presenta parecchio ripido, scendendo non passerà inosservato sulla nostra dx nei pressi di una stalla "stala Betina" un faggio secolare di dimensioni enormi, che risulterà anche un ottima location per qualche scatto fotografico da parte degli appassionati di foto.

Riprendiamo la discesa sino a giungere in breve su strada asfaltata nei pressi dell'abitato di Fuipiano al Brembo (m. 464), da qui verso dx riprendiamo a salire su asfalto verso Alino. La salita asfaltata mai ripidissima in questo tratto scorre tra ampi prati alle pendici del Monte Molinasco (m. 1179) passando le frazioni di Paccacorna (m. 522) e Cabrusate (m. 591) sino a giungere dopo un breve tratto in piano ad Alino (m. 687). Giunti ad Alino ripida inversione verso dx e un segnavia ci indica la strada da seguire verso Vettarola. La strada è sempre asfaltata e con traffico quasi nullo ma la pendenza diventa decisamente più sostenuta del tratto precedente e dopo qualche serie di tornanti arriviamo dapprima a Ca Boffelli e in breve a Vettarola (m. 979) graziosa frazione con quanto mai opportuna fontana.

Dopo un breve ristoro presso la fontana di Vettarola proseguire in piano in direzione di Ca Noa, visibile in lontananza. Si avanza per un breve tratto prima di affrontare una corta ma ripida discesa e la risalita successiva ove si trova un cappelletta votiva ben ristrutturata. Poche pedalate dividono la cappelletta da Ca Noa, passare davanti alla casa e prendere il sentiero in discesa posto tra la casa e una recinzione, il sentiero piega prima a sinistra e poi tornante verso destra e scende nella valletta sottostante. Da qui in avanti il percorso è obbligato, alcuni tratti abbastanza esposti conducono a una lapide nel bosco e poi alle case diroccate di Sussia Bassa. Attraversare Sussia Bassa tra i due nuclei della frazione e scendere nel prato di fronte fino che il sentiero diventa evidente nel bosco con un piccolo guado e poi costeggia lungamente il fianco della valle transitando nei pressi di una baita sino a giungere sulla strada agrosilvopastorale che sale verso Sussia Alta.

Risalire verso Sussia Alta con pendenze abbastanza impegnative nel primo tratto che però successivamente diventano più abbordabili. Si passa sotto una chiesetta e poi la strada compie un ampio giro sino a giungere nella frazione di Sussia dove su una casa si trovano un paio di lapidi ricordo e commemorative della famosa Guida Alpina Antonio Baroni. Lasciare Sussia per la stessa via da cui siete arrivati, facendo attenzione però che alla prima curva dx scendendo nei pressi di una stalla il sentiero da seguire entra in un prato lasciandosi la stalla a dx e in discesa punta nel bosco. Nel bosco poi il tracciato è sempre evidente e con qualche passaggio tecnico si riporta sopra Ca Noa da dove eravamo transitati in precedenza. A questo punto possiamo indifferentemente tenere il sentiero in quota e giungere a Vettarola rimanendo alti rispetto al tracciato percorso in precedenza oppure scendere sul costone erboso con sentiero alle spalle di Ca Noa e percorrere a ritroso il tratto sino a Vettarola.

Discesa da Vettarola
Da Vettarola la via di discesa avviene lungo la vecchia mulattiera. Giunti nei pressi di Ca Boffelli sulla sin. parte una strada agrosilvopastorale che percorriamo per pochi metri, appena la strada inizia a salire sulla dx parte la nostra mulattiera decisamente impegnativa, che presenta una serie di ostacoli più o meno naturali (gradini, rocce, pietre smosse) di tutto rispetto. Il tracciato si interseca più volte con la strada asfaltata percorsa durante la salita, risulta comunque sempre abbastanza agevole rintracciare i tratti di mulattiera sino a giungere sopra l’abitato di Alino dove sulla nostra dx parte il sentiero da seguire, con segnavia Boione/ Vetta/ Aplecchio. Il single-track che scende sulla Val Boione è meraviglioso per gli appassionati di discesa, però richiede un po’ di attenzione essendo tracciato su pendii molto ripidi con gradini anche alti e tornanti stretti.

Massima attenzione da parte dei biker meno esperti e ancor di più da quelli esperti questo è un tracciato che deve essere parecchio lavorato con la bike e richiede una buona conduzione del mezzo ma di grandissima soddisfazione sino a giungere al bel ponte in pietra sul torrente Boione. Scendere lungo la Val Boione su sterrata disinteressandosi di una quantità disdicevole di bolli gialli, un paio di strappi in salita prima di una ripida discesa su Aplecchio. Da Aplecchio salire su asfalto per un breve strappo sino a giungere in piano (chi avesse energie residue può farsi ancora un pezzo di salita sino a Vetta stazione di partenza della vecchia funicolare) proseguire verso sinistra e passare sotto il tracciato della ex-funicolare dopo pochi metri a sin. parte la mulattiera che scende a San Pellegrino.

Fate in modo che tutte le componenti ammortizzanti dell'accoppiata bike-biker siano in perfette condizioni quando affrontate questa discesa, il perché lo capirete dopo averla percorsa. Quasi al termine la discesa è interrotta da strada asfaltata ma riprende subito sull’altro lato, da li scendere sino a giungere all’asfalto, allo stop a dx per duecento metri e poi prendere il ponte pedonale sulla sinistra (inspiegabilmente vietato alle bici). Attraversate il Brembo sul ponte pedonale e poi giunti a uno stop prendere a dx e in breve al piazzale di partenza.

In collaborazione con Dario Manzinali



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